martedì 9 giugno 2015

La Soprintendenza blocca le ruspe nella zona dei ritrovamenti

Articolo di Letizia Tortello tratto da "La Stampa" del 09 Giugno 2015 e foto di Daniele Solavaggine (Reporters)
«Effettivamente la galleria c’è. È antica ed è assolutamente da conservare, ha un valore storico importante». La Soprintendente Egle Micheletto non l’ha ancora formalizzato con un parere ufficiale al Comune, ma dopo il sopralluogo di ieri mattina in corso Galileo Ferraris a ha le idee chiare. «Al momento, in quel pezzo di cantiere, le ruspe sono ferme, scavano solo gli archeologi» spiega. Aggiunge: «Non si distruggono più gallerie. Sia chiaro che quelle smontate finora erano pericolanti e inaccessibili, mentre il ritrovamento di venerdì è molto interessante e andrà tutelato».  

Un pezzo di storia  
Il parking interrato di corso Galfer dovrebbe essere pronto entro giugno 2016. Prevede 450 posti, di cui solo 68 pertinenziali, tra box e stalli. «Parcheggiare lì – ha spiegato ieri l’assessore alla Viabilità Lubatti, durante un’interrogazione urgente in Consiglio comunale, sullo stato dei lavori e dei ritrovamenti archeologici – sarà uno dei modi per non arrivare più con l’auto in centro». Ma venerdì 5 giugno, all’altezza di via de Sonnaz, gli operai e gli archeologi che procedevano con gli scavi si sono trovati di fronte a un imprevisto in più. Hanno tirato fuori dalla terra un pezzo sconosciuto di storia: l’imbocco di una galleria del 1689. Si vedono fuori terra il varco di accesso e la volta di un cunicolo dalla forma semicircolare, che collegava il Rivellino con la Cittadella. La nuova galleria potrebbe essere lunga qualche decina di metri e portare fino al Mastio, passando «per un rifugio antiaereo della II Guerra Mondiale che pare essere presente sotto il palazzo di via de Sonnaz» prosegue Micheletto.  


Ricerche approfondite  
I tecnici della Soprintendente andranno avanti qualche giorno con gli studi: «Intanto apriamo un’interlocuzione con il Comune, per capire come procedere a una variante del progetto, che consenta la conservazione dei resti». Bocce ferme. I camion continuano a lavorare, ma solo nel lato verso corso Matteotti, dove le gallerie autorizzate sono già state demolite. La società Best in Parking, che ha l’appalto per la costruzione, è collaborativa. «Gestiamo i sotterranei di piazza Vittorio, corso Bolzano e Cto – spiega Marco Padovan, supervisore dell’area di Torino – ci siamo già confrontati con ritrovamenti archeologici». Alla ditta, l’assessore Lubatti ha chiesto ieri «un impegno che potrebbe ammontare a 130 mila euro circa per rendere accessibile il Pastiss dal parcheggio». Una compensazione che dovrebbe aprire ai torinesi uno scrigno militare sottoterra molto ben conservato, una fortezza dalla pianta complicata (e per questo si chiama «pastiss», pasticcio) datata 1572.  

Nessuno stop  
Il dibattito in Sala Rossa sul parcheggio di corso Galileo Ferraris, ieri ha risvegliato l’animo archeologico, un po’ da Indiana Jones, di più di un consigliere comunale. Ma non è passata la mozione di grillini, Lega e Sel, che chiedeva lo stop temporaneo del cantiere. Fermare i lavori costerebbe circa 5 mila euro al giorno e nuovi abbattimenti non sono in programma. Giovedì la Commissione comunale farà un sopralluogo al cantiere. Intanto prosegue la petizione on line su Change.org per salvare le gallerie della Cittadella: ci sono quasi le 3000 firme. Venerdì sera, al Mastio, un gruppo di cittadini capitanati dalla consigliera grillina di circoscrizione Viviana Rosso si riunirà per dare vita al Comitato Pietro Micca: «Ci batteremo, per non demolire un patrimonio dal valore inestimabile».  

 

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